Su queste pagine, non molto tempo fa, ho scritto della bella serie “Scene da un matrimonio” che mi pareva avesse toccato il punto più alto dello storytelling sulle coppie e i matrimoni, finché non ho visto “The Ferragnez”. 

Quello che so, senza dover indagare troppo, è che in moltissimi la vedranno ma in pochi ammetteranno di averlo fatto. Quelli della mia bolla, almeno, scrittori, scrittrici, editori, intellettuali di varia natura, che per qualche ragione provano spesso ritrosia e vergogna di tuffarsi nel pop e ritengono tutti i fenomeni di costume poco raccomandabili. Senza il pop, invece, non si capisce niente, perché è nelle pieghe del presente che si nascondono lampi de futuro e questo presente lo dobbiamo sapere come è fatto se non vogliamo incedere nel buio. Anche Omero era pop, il pop è del popolo e dunque sempre interessante e pieno di bellezza. 

Seguo da sempre le vicende dei coniugi Lucia-Ferragni, perché mi stanno simpatici, li reputo intelligenti, empatici con il mondo che ci ritroviamo a condividere ognuno con la propria storia. Chiara Ferragni è una donna a cui stanno benissimo i colori pastello, è un’imprenditrice di altissimo livello, piena di intuito e di energia, incintissima nella serie ma non ci fai mai caso perché corre di qua e di là, fa servizi fotografici, lavora, non ha mai uno sbalzo d’umore. Quello incinto sembra lui, Fedez, che in questa serie mostra un lato oscuro di cui nessuno sapeva, ha quasi sempre sonno, deve quasi sempre fare la cacca, preferisce la solitudine alla moltitudine. In ogni puntata marito e moglie chiacchierano con grande naturalezza davanti a terapeuta di coppia che ha lo stesso nome del loro primo, simpaticissimo, figlio: Leone. In queste sedute saltano fuori tantissime cose come pulci sul pelo di gatto: Chiara è dovuta crescere presto, non ha paura dei sentimenti né di esprimerli ma ha sempre bisogno di razionalizzare le emozioni, è una persona positiva, quella che si definirebbe una solare. Fedez è un contorto, è uno che mentre fa una cosa pensa già al dopodomani, è in guerra con sé e con il mondo, si fa mille domande ed esige risposte, quello che si definirebbe un lunare. C’è tanta complessità in questa giovane coppia, quanta ce n’è nelle nostre, di coppie. Stupirsi di queste grandissime somiglianze fra il loro mondo emotivo-relazionale e il nostro, dipende solo da un fatto: loro sono ricchi e noi no (non almeno la sottoscritta). Si pensa sempre che i ricchi vivano in un altro modo, che abbiano altri modi di interagire e di superare le difficoltà, che abbiano strumenti sofisticatissimi di cui noi siamo sprovvisti. Non hanno gli stessi problemi delle coppie di piccola e media borghesia, è evidente: noi dobbiamo racimolare un po’ di soldi per fare i regali di natale e a volte ce ne andiamo a letto con un senso di sconforto per non essere riusciti a comprare una cosa che ci piace moltissimo ma che non possiamo permetterci o per aver pagato un conto troppo salato al ristorante giapponese. I Ferragnez questo problema non ce l’hanno, però sembra che loro vivano in un mondo ricchissimo senza esserne consapevoli. Loro si percepiscono normali ed è proprio quella normalità a renderli così cari a molti, in ogni parte del mondo. Non fingono di non avere, non nascondono, e quando pubblicano post e stories dei luoghi da sogno che visitano, degli oggetti e delle borse milionarie, non lo fanno per esibire ma perché quella è la loro vitaQuando altri affermano di trovarli pacchiani, volgari, senza classe, non capiscono che non è lo status che interessa a questa giovane famiglia a cui auguro lunga vita: i Ferragnez aspirano, come tutti noi, alla felicità. E per la prima volta guardandoli non pensiamo a quanto sarebbe bello somigliare a loro, ma al contrario pensiamo a quanto invece ci somiglino. Sono la cosa più vicina a una famiglia reale che abbiamo in Italia, regalano immagini ed emozioni che scrutiamo sui social, eppure non sono in posa, i follower per loro sono lavoro, come per noi scrittori lo sono i lettori, eppure non scriviamo la storia che vorrebbero sentirsi raccontare, ma quella che per noi è necessario raccontare. Molti i momenti esilaranti (Fedez che con gli elettrodi prova i dolori del travaglio), altri commoventi (Chiara che per la prima volta racconta di come si è sentita da ragazzina quando i suoi si stavano lasciando e si è ritrovata con un carico enorme sulle spalle), Faidermen (il piccolo Leone) che vorresti come migliore amico di tuo figlio, i genitori di lui e di lei, la nonna che nella sua casa popolare legge i tarocchi. C’è molta della nostra storia, non solo personale, ma collettiva in “The Ferragnez” e questo, secondo me, dovrebbe saperlo chi si aspetta di vedere una cosa simile alle Kardashan e ci troverà dentro molto, molto altro e molto raro. 

Posted in Articoli Serie tvTagged
Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta