Come se la lista dei 150 autori scelti dal Salone del Libro non avesse già mortificato abbastanza i preziosi talenti femminili, l’iniziativa “I Grandi della Narrativa” promossa dal quotidiano La Repubblica costituisce il secondo tempo di un eterno e noioso film intitolato “La cultura è femmina, ma la fanno solo i maschi”. Dei tredici grandi autori che il quotidiano propone solo una scrittrice, una delle più immense: Virginia Woolf. Gli altri sono tutti uomini, compresi gli scrittori contemporanei cui sono state affidate le prefazioni. Comincia Roberto Saviano introducendo Conrad, seguono Tabucchi, Veronesi, Ammaniti, Augias e Baricco. Un po’ per veggenza un po’ perché non serve essere illuminati per prevedere le intenzioni dei mesti letterati, sono convinta che l’unico titolo firmato da una donna sarà introdotto dall’unica scrittrice contemporanea presente nella lista ancora in costruzione. Perché, come nella scuola della Prima Repubblica, gli addetti alla cultura del nostro tempo odiano le classi miste.
Lo slogan dell’iniziativa dice che “le storie scritte dai grandi autori arricchiscono la vita di ciascuno di noi”. Scavando nel mio bottino trovo Marguerite Duras e Yourcenar, trovo Anaïs Nin, Sylvia Plath, Elsa Morante, madri e sorelle che hanno guidato me e mille altre creature alla scoperta della propria identità femminile, scrittrici che hanno nutrito il nostro cuore, che l’hanno consolato, che hanno intrecciato le maglie di un’eterna storia che ci lega tutte, sempre, un’Enciclopedia antica quanto il mondo e in costante corso di aggiornamento. Stupisce e sconcerta che le grandi anime della letteratura, le Grandi Madri che hanno dato cibo a bocche affamate di saggezza, amore e creatività, siano state tagliate fuori dall’elenco dei grandi della narrativa. Nessun premio per queste donne, nessun premio per i lettori che le hanno rese ancor più grandi di quanto già non fossero. Ildegarda von Bingen era una monaca benedettina che possedeva quello che oggi definiremmo un talento multitasking: musicista, drammaturga, poetessa, cosmologa, guaritrice, consigliera politica, pittrice, profetessa, filosofa e linguista. Qualsiasi sua opera venga sfiorata, dalle poesie alla musica, dagli studi del cosmo ai ricettari di erbe medicamentose, si riconosce il genio, l’immenso potere della mente e il luminosissimo shine dell’anima. Assolutamente nulla da invidiare a Leonardo da Vinci, nato quando Ildegarda era cadavere da più di due secoli. Eppure oggi stampano magliette con la faccia di Leonardo e nessuna con il bell’ovale di Ildegarda, Leonardo il Magnifico, Ildegarda l’Ignota.
Il lavoro di tantissime scrittrici di talento, promotrici di speranze e guerriere del genio creativo, sta andando perduto perché il sistema culturale contemporaneo non riesce ad affidare alcuna memoria al futuro. Un tempo le donne erano obbligate a tramandare le storie oralmente e quelle storie ancora restano, immobili nel tempo, danno struttura alle ossa, vibrano di sapienza. Il privilegio di essere dotate di penne con cui scrivere le nostre storie è recente e ancora incerto, bisogna quindi difenderlo e riempirlo ancora di molti sogni e molti nutrimenti.
Dovremmo forse fare tutte come George Sand, firmarci con pseudonimi maschili per ottenere una qualche considerazione dall’universo letterario? Fingere di essere uomini per dimostrare la nostra grandezza di donne? O dovremmo forse cominciare a denunciare il dominio maschile in letteratura, unirci, formare un esercito di scrittrici incazzate e stanche di essere considerate solamente come quelle che riescono solo a parlare di sentimenti, di eros e patimenti?
0 thoughts on “I Grandi della Narrativa – Gli Altri” Commenti
k1od0od0 k1od0od0
ho fatto un laboratorio teatrale un anno fa…tenuto da un allievo di Grotowsky…ero l’unico individuo di sesso maschile tra i frequentanti, e il lavoro che è stato fatto ruotava tutto sulla figura di Ildegarda…io facevo Leonardo. C’è ancora speranza in questo mondo!