Partiamo da Sarajevo con un treno donato dall’Italia che sembra trasportare merci invece che persone. Il treno parte con mezz’ora di ritardo, cosa insolita qui all’est, ma trattandosi di un treno italiano c’era da aspettarselo. Arriviamo a Zagabria stanchi e senza un posto dove dormire. Mentre giriamo in cerca di un ricovero, non facciamo molta fatica ad accorgerci che Zagabria è una città bellissima.
L’architettura austroungarica, le strade grandi e pulite, i parchi con prati all’inglese freschi e curati. Sembra una città ricca, negozi chic e firme prestigiose si affacciano sulle strade. Qui l’universo giovanile è molto più popolato che negli altri paesi, Italia compresa: sono tutti giovanissimi e quelli che non lo sono lo sembrano comunque. Tanti negozi di dischi e di abbigliamento di seconda mano, molti ristoranti e fast food bio-vegetariani e, cosa non meno importante, tutto molto economico.
Decidiamo di rimanere un giorno in più per il concerto dei Deftones, un gruppo metal che ci fa ballare come invasati insieme a un migliaio di ragazzi che sembrano divertirsi anche senza l’aiuto di ettolitri di alcol. Dopo i Deftones arriveranno i Franz Ferdinand, Morrissey e Motorhead. C’è davvero l’imbarazzo della scelta.