In siciliano spiare significa chiedere, domandare. Il protagonista  di Candore, ultimo romanzo di Mario Desiati (Einaudi, 19,00 €), si chiama Martino Bux ed è uno spione, ovvero un guardone ma anche uno che rivolge tantissime domande a chiunque stimoli la sua curiosità, principalmente donne di cui si innamora e dalle quali non è mai ricambiato. Martino non tiene nulla nascosto al lettore, ma pochissimo racconta ai tanti personaggi che incontra nel suo viaggio che di lui conoscono solo l’ossessione per la pornografia. E quelli non sanno, come invece sappiamo noi, che Martino è un romantico che non consuma il porno come semplice mezzo per accontentare le pulsioni carnali, bensì come strumento per elevare lo spirito e guardare il mondo con occhi più chiari. Quando incontra una famosa pornostar, per esempio, non fa ciò che qualunque uomo farebbe, ovvero portarsela a letto, ma  l’accompagna in un negozio di abiti da sposa chiedendole di indossare l’abito bianco. Perché le donne che popolano le sue fantasie non sono amazzoni in latex e tacchi a spillo, ma gentili pornodive in corsetto, reggicalze, lunghi guanti di seta: è questa la sua idea dell’amore, questo il mondo in cui Martino ha scelto di abitare, schiavo della propria ossessione e al tempo stesso libero di desiderare. Non c’è giudizio né in lui né in chi a lui si avvicina,  nessun moralismo, nessun peccato e quindi nessun pentimento; solo, a sprazzi, un sentimento di paura di chi non comprende come Martino possa essere così ingenuo e antico in un mondo tanto feroce. Un pornoromatico, come direbbe Carolina Cutolo.

Ambientato a Roma, quella del centro e quella delle periferie, dei night club maleodoranti e dei tram troppo pieni al tramonto e troppo vuoti all’alba, Candore più che un romanzo è una persona che pagina dopo pagina sembra soffiarti sul viso cipria impalpabile e chiara, la stessa che si picchiettava sui seni la prima pornostar che Martino vede in un cinema a luci rosse e dalla quale rimane folgorato. È un romanzo sul porno e sul sesso dove non ci sono descrizioni di amplessi né ammucchiate, scritto con la delicatezza delle pitture ad acquerello. Mario Desiati usa uno stile dolce, pieno di grazia e compassione e, come il protagonista, anche la lingua sembra provenire da un altro tempo, un tempo in cui le donne non avevano ancora lasciato i reggicalze per le autoreggenti. 

 

Mario Desiati è nato nel 1977 a Martina Franca. Nel 2011 è stato finalista al premio Strega con il romanzo “Ternitti”, Mondadori. Dal suo romanzo “Il paese delle spose infelici” è stato tratto un film con la regia di Pippo Mezzapesa. Scrittore, poeta e editor. Candore è il suo ultimo romanzo. 

 

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