Su La Stampa Vittorio Sabadin scrive regole di buona educazione per donne pronunciandosi su cosa una donna dovrebbe o non dovrebbe assolutamente fare. Va bene, per esempio, sorridere tutte le volte che è possibile. Non va bene dilungarsi con i luoghi comuni e le frasi fatte.
Gliene siamo grate perché, prima di oggi, non sapevamo che scambiarsi sms a cena fosse cattiva educazione. Lo facevamo con quella tipica leggerezza che ci contraddistingue, che è la stessa che ci fa dire “Adoroooo” e che ci fa vestire di rosa.
Sarà quindi certamente grato se ci permettiamo di stilare un decalogo di buone maniere per uomini, magari rubandogli qualche idea che, a ben vedere, si rivela unisex.
FARE
- Sorridere tutte le volte che è possibile.
- Rendersi utile in casa servendosi della propria sovrumana forza: salire sulle scale per appendere quadri, tende, avvitare e svitare lampadine; sistemare tavoli e sedie traballanti; usare il trapano.
- Pagare, da vero signore, tutte le spese, le cene fuori, il biglietto al cinema e a teatro, regalarci almeno una volta al mese una pulizia del viso e gioielli (di valore è meglio, ma se siete poveri va bene anche la bigiotteria).
- Vestirsi con eleganza, evitando jeans strappati, sandali e magliette tipo quelle di Fedez. Slip o boxer? Quello potete deciderlo senza problemi. Ma boxer è meglio se volete procreare.
- Salutare sempre e ringraziare.
- Saper fronteggiare ogni situazione con stile sì, ma anche con il tipico coraggio che vi contraddistingue. All’occorrenza essere aggressivi. Magari anche un po’ minacciosi.
- Dire sempre “stai benissimo con quel vestito” oppure “sei dimagrita” oppure “sei bella sempre, ma quando sei struccata sei ancora più bella”.
- Mandare fiori. Magari un mazzo di peperoncino se avete intenzioni più piccanti.
- Dare sempre la precedenza a una donna: per strada, all’entrata o all’uscita di un negozio, di un locale. Chiedere “scusa” se si è passato per prima e si è per sbaglio urtata la borsetta della donna, dire “prego” accompagnando con un gesto della mano.
- Potete piangere, ma di nascosto.
NON FARE
- Salutare con “bella frate’ ” o “bella zio” o “au, ‘mbare!” a seconda del luogo geografico di provenienza. Sono espressioni volgarissime che presuppongono una confidenza oggigiorno francamente démodé.
- Scoreggiare in presenza d’altri. Anche se silenziosa, comunque puzza.
- Dilungarsi con le scuse e le spiegazioni. Difficilmente vi crederà qualcuno.
- Urlare per farvi sentire. La vostra voce è comunque più potente di quella di una donna, vi si sente lo stesso.
- Scambiare sms (con l’amante) mentre siete a cena.
- Tornare a casa, buttarsi sul divano e dire fra i rantoli “Sono stanco morto”. Non avete mica scaricato sacchi di grano al porto, non avete salvato il mondo e non siete stati in guerra.
- Andare su youporn e cancellare la cronologia: un vero uomo non si vergogna di niente.
- I chiodi di pelle solo se siete Luciano Ligabue che con i capelli al vento guida la sua Harley sulla Bologna-Modena per andare a trovare una donna un po’ mamma, un po’ porca.
- Un tatuaggio con ideogramma o simbolo tribale che dopo dieci anni vi dimenticate che cosa significava e dovete inventarvi ‘na cazzata.
- Evitare di chiamare l’ambulanza se avete 37 di febbre.
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